ROMA, 10 GIUGNO – La tutela della libertà di espressione come valore dal sottolineare e evidenziare all’interno del dibattito pubblico. E’ stato questo il tema al centro del convegno di studi dal titolo “Free speech. Una battaglia liberale” che si è tenuto questo pomeriggio in Sala Caduti di Nassiriya. Presenti per l’occasione in qualità di speaker il segretario della Lega Matteo Salvini, la professoressa Ginevra Cerrina Ferroni, il professor Dino Cofrancesco e in come moderatore della discussione il rettore Aurelio Tommasetti. Da segnalare la presenza nell’uditorio anche del filosofo Corrado Ocone. L’evento è iniziato con le parole della professoressa Cerrina Ferroni, ordinario di diritto costituzionale all’università di Firenze. La docente si è soffermata sull’importanza della libertà di espressione sancita all’interno della Carta costituzionale dall’Articolo 21. “La libertà di espressione costituisce un asse portante del costituzionalismo democratico e prendere sul serio la libertà di espressione non è una cosa da poco”, ha esordito Cerrina Ferroni. “Non per nulla la libertà di espressione è prima tra le libertà e il diritto esprimere libertà ai sensi dell’Articolo 21 si estende fino a un raggio molto ampio che comprendendo e garantendo la libertà di manifestazione di pensiero espressa in libri, discorsi, abbracciando anche la cronaca, la critica, la satira e perfino il pettegolezzo”, ha proseguito la docente.

“La Libertà di espressione come scritto da Carlo Esposito attiene anche alla libertà di propaganda e a ciò che consente la pubblica esaltazione. Da fiorentina mi sono formata con gli insegnamenti di Paolo Barile che diceva che la ratio dell’articolo 21 è garantire le libertà a chi fa parte anche di una piccolissima minoranza in dissenso con gli altri poiché deve suonare sempre un campanello d’allarme quando il dissenso tace”, ha aggiunto la costituzionalista. “La libertà di pensiero affonda le radici nel costituzionalismo liberal democratico e bisogna per tutto questo prestare molta attenzione quando si pensa a istituire commissioni contro le fake news, bollinature di qualità dell’informazione. Noi abbiamo un problema sull’hatespeech ma è molto difficile definirla in in perimetro giuridico”, ha proseguito ancora la docente. “Io credo che ci sia la necessità di uscire dalla contrapposizione politicamente corretto di sinistra e non politicamente corretto di destra”, ha concluso la professoressa Cerrina Ferroni.

Per il professor Dino Cofrancesco e’ importante sottolineare che “già a partire dagli anni ’80 iniziò il dibattito tra discorsi d’odio e libertà di espressione e mi piace qui citare un libro di Baroncelli “il razzismo è una gaffes. Eccessi e virtu’ del politicamente corretto” tesi poi proseguite nel in un altro testo di Claudio Bianchi, “Gate Sprechi, il lato oscuro del linguaggio”, esasperando le tesi di Baroncelli e mettendo al centro il problema che per qualcuno esista un modo giusto di esprimersi, e uno sbagliato”. “Forse l’origine del politicamente corretto si ritrova nell’illuminismo ovvero nell’idea che la libertà di parola vale soltanto se la parola che esprimi è giusta e onesta. Hanno libertà di parola soltanto quelli che difendono le cause del diritto”, ha argomentato il professore. “Mi piace qui citare poi anche ‘On Liberty’ di Stuart Mill nel quale il filosofo scriveva che in primo luogo ogni opinione costretta al silenzio potrebbe essere vera e questo lo si nega allora si pensa di essere infallibili. Condannare un’opinione soltanto perché non la si condivide significa azzerare ogni senso critico”, ha concluso il professor Cofrancesco.

Il leader della Lega è quindi intervenuto facendo cenno a quanto scritto qualche tempo fa dal rapper Emis Killa. “Da Stuart Mill a Calamandrei, che non abbiamo più, oggi siamo arrivati sui social a Emis Killa che qualche tempo fa ha scritto sui suoi canali un’invettiva contro il politicamente corretto. Questo ha fatto molto discutere e ha aperto un dibattito”, ha esordito il leader leghista. “La fobia ha come termine di paragone e quindi ‘omofobo’, ‘islamofobo’ oppure ‘negazionista’. Tutti suffissi ‘ofobo’ e ‘ista’ tolgono dignità e qui mi piace far riferimento all’istigazione alla discriminazione in base al pregiudizio come si vorrebbe introdurre con il Dl Zan. Noi non siamo d’accordo”, ha spiegato Salvini. “La politica in questo momento deve fermarsi, ragionare e punire quello che è oggettivamente violento, ma non è normale che l’ex presidente Usa non possa parlare per due anni. Così come non è normale che alcuni temi siano off-limits come la gestione dell’immigrazione, ma quando lo dice Kamala Harris allora si apre uno dibattito e questa tematica viene presa sul serio”, ha argomentato il leader leghista.

“Non sono normali le minacce online che mi arrivano tutti i giorni, ma la libertà va tutelata le corbellerie più incredibili devono poter essere dette e confutate. Le teorie più terribili devono essere confutate con altre teorie”, ha proseguito ancora Salvini. “Da una parte a sinistra c’è ottusità e voglia di un pensiero unico, ma il germe della libertà e della curiosità sono il passato il presente e il futuro del nostro vivere”, ha concluso Salvini. (ITALPRESS)