ROMA, 03 MARZO – “La produzione di vaccini in Italia è una valutazione di carattere strategico, non connessa con l’emergenza, perché la riconversione dei siti produttivi richiederà inevitabilmente un minimo di 4-8 mesi. L’obiettivo è di rendere l’Italia nel quadro europeo, autosufficiente rispetto a fatti e situazioni che temiamo possano riprodursi inevitabilmente nei prossimi anni”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, rispondendo al question time alla Camera sul tema dei tavoli sui vaccini da lui presieduti.

“Si sta procedendo a individuare le aziende che dal punto di vista infrastrutturale e tecnologico – ha aggiunto – potrebbero essere in grado, in un ristretto arco temporale, di produrre vaccini in Italia anche sulla base di accordi con le multinazionali detentrici dei brevetti”.

“Domani vedrò Breton per discutere le possibilità del trasferimento dei brevetti che è la condizione essenziale. Ciò può essere realizzato attraverso la riconversione di stabilimenti esistenti e la strutturazione di filiere in grado di garantire tutte le fasi della produzione, da supportare attraverso ausili pubblici per le aziende interessate che sul fronte della produzione necessitino di idonei bioreattori preposti a produrre il principio attivo del vaccino, valutando l’opportunità di usare i contratti di sviluppo quale strumento idoneo a garantire il finanziamento della attività di ricerca anche applicate e per un polo nazionale pubblici privato per la produzione di vaccini che garantiscano l’Italia non solo nella attuale fase emergenziale caratterizzata da ingenti tagli da parte delle aziende farmaceutiche rispetto agli impegni presi ma anche per le future esigenze tanto in campo vaccinale quanto nello sviluppo e della ricerca”.

“Si conferma – ha concluso il ministro – la totale diponibilità a individuare gli strumenti più idonei normativi e finanziari per la produzione di vaccini in Italia in un orizzonte temporale il più possibile ristretto”. (askanews)